angelshare ha scritto:Per me, nonostante tutto, lo scotch rimane il riferimento nell'agroalimentare più serio al mondo e queste diversificazioni ci possono stare.
Ecco, questo per me è il punto fondamentale che mi ha portato a dedicarmi a questo distillato mollando cognac e compagnia bella: la garanzia di bere qualcosa di "puro".
Qualsiasi cosa prendi, sai che dal punto di vista del processo produttivo cadi sempre in piedi: l'orzo potrà pure essere turco, il maltaggio potrà essere fatto pure a macchina e tutto quello che vuoi, ma dal momento che la materia prima entra in distilleria, tu poi sai che non gli verrà aggiunto niente, che le botti saranno sempre e solo sane botti di vero legno e che nel bicchiere hai qualcosa di rigorosamente controllato. Nessuno può inchiappettarti dicendoti che il distillato ha 23 anni se poi dentro solo due gocce hanno veramente quell'età.
Quello che cambia è poi la mano del distillatore o del blender, il carattere del distillato e quello che vuoi, ma questi te li gestisci tu a tuo gusto: se Glenfiddich e Glenlivet sono troppo piacioni, senza carattere, semplicemente non li compri. Ma se dovessi comprarli, sai che comunque la qualità di quello che c'è dentro è esattamente quella che ti aspetti: al massimo è il tuo gusto che non li gradisce.
E poi gli invecchiamenti: dove lo trovi un ventaglio così ricco e garantito di invecchiamenti? Ci sono distillati che non li reggono e fin qui ok, ma altri raggiungono certe età solo per poche release speciali, altrimenti giocano sulla legislazione più blanda riguardo quanto riportato in etichetta e si fermano il prima possibile.
Ricordo ancora quando anni fa ho portato a casa tutto fiero un cognac del 1985. Il mio primo distillato con un'età importante. Poi con gli anni vado a indagare e scopro che intanto non era un puro 1985, ma conteneva un blend di età. Che in etichetta non era riportato perché non necessario. E che quella Maison, per irrobustire i distillati, aggiungeva truciolato di legno nelle botti più esauste per rinvigorire ed arricchire l'invecchiamento, così che il cognac più giovane della miscela sembrasse comunque molto più vecchio.
E tutto questo non solo era ammesso, ma era considerato anche pratica comune nell'elitario mondo del cognac e dell'Armagnac.
Adesso se porto a casa un whisky da 30 anni è vero che mi costa un rene, ma cazzarola ho la certezza che ho pagato quello che ho nella bottiglia. A comprare altri distillati mi sento sempre un po' incerto, sempre col timore che sotto sotto mi stiano comunque inchiappettando. Un po' come quando, in un noto e rinomato agriturismo della zona, mi sono trovato in tavola vino "a km zero, prodotto e imbottigliato a Caponago": ridente località brianzola dove abito e dove non esiste nessun vigneto.... manco un'enoteca che venda vino sfuso..........
