Di tutto un po': per riflettere sul mondo del whisky (e non solo), ma anche per ridere
da I love Laphroaig gio ott 13, 2011 5:04 pm
Minchia, direi che sei andato a gamba tesa.
Condivido a pieno i tuoi pensieri e mi permetto di allargarne l'orizzonte. L'intero mondo dello Scotch (dai diciamo il 99% in termini di fatturato) si sta muovendo in questa direzione. Il capitale è entrato in realtà che fino a pochi anni prima erano estremamente artigianali e sta provocato il disastro.
Non si salva nessuno, Laphroaig per primo. E' di questi giorni la notizia che il mercato Italiano sta diventando non più interessante per la mia distilleria preferita, la richiesta in giro per il mondo è elevata ed esistono delle zone del nostro pianeta decisamente più promettenti = a noi tagliano le scorte. Come conseguenza saremo costretti a berci del 10 anni sempre più deludente e l'importatore Italiano (Martini e Rossi) avrà sempre meno voglia di organizzare eventi sul ns territorio. Non a caso non saranno presenti al Milano Whisky Festival il prossimo mese.
Cosa fare mentre il mondo dello Scotch va verso un futuro incerto? Le stesse microdistillerie nate per contrastare i colossi del beverage sembrano essere quelle che contaminano maggiormente le nostre aspettative con finishing angoscianti ....
Preservare la passione sembra impossibile? E' giusto augurare allo Scotch un futuro simile a quello del Cognac?
Io ho trovato la mia piccola soluzione, vado spesso in Scozia e mi innamoro più delle persone che dei prodotti, ma così facendo non si va molto lontano.
Sono triste :( .

Claudio Riva 8-)
I love Laphroaig, www.laphroaig.it
WhiskyClub Italia, www.whiskyclub.it
da marco77 gio ott 13, 2011 5:43 pm
Discussione molto interessante!
Guardando al single malt senza poesia e passione, è facile consideralo soltanto un "prodotto" (non è la mia opinione, ma facciamo finta che lo sia). Ora, esiste il mercato, esiste il meccanismo domanda/offerta, esiste il marketing, ecc... anche l'amante più appassionato del single malt non può ignorare questa realtà.
Quello che io chiedo è: classificare la nostra bevanda preferita come semplice prodotto significa sostenere e giustificare un calo di qualità dello stesso? Se la direzione è questa, mi sembra segua una logica ben poco economica...a meno che non sia ciò che, più o meno consciamente, il consumatore desideri!
Parallelo (forse fuori luogo): sempre più persone comprano dai cinesi. Questo significa che loro vendono prodotti validi? No! Però evidentemente al consumatore vanno bene così (o se li fa andare bene), xè costano poco....
Cosa c'entra tutto questo con Ardbeg? Io credo parecchio... e non sono contento!!!

Let’s keep it fun; whisky’s no serious matters (unless you have to make a living out of it, or if you down way too much of it). Serge Valentin
da LeCarovaniere gio ott 13, 2011 6:39 pm
A parte il fatto che Educazione e Cordialità non dovrebbero rientrare nel grafico dei costi da sostenere per qualunque azienda.
Se ti chiama al telefono un "cliente" per avere delle informazioni e/o per fare delle proposte e tu gli rispondi : Abbiamo un protocollo e lei non è acreditato per parlare con la persona desiderata" forse pensi di aver sbagliato numero e di aver chiamato la CIA.

Poi sul fatto che il Mondo del whisky sia in calo di qualità, in molti lo sostengono da più di un ventennio. Altrimento, io ed altri come me non ci sveneremmo per acquistare bottiglie degli anni 60/70.
Del resto si vende a chi compra e dall'oriente arrivano grandi commesse. Poi loro non ti pongono neanche il problema della qualità assoluta, quindi tutto torna.
Credo che l'industria del whisky da sola regga l'economia dell'intero paese.

Il suo futuro ???
Un dilemma (neanche tanto "elementare") !!

Silvano Samaroli sostiene proprio l'idea del Vatting, mutuando per il whisky lo stesso fenomeno che avviene per il cognac da più di 200 anni.

Le microdistillerie ???
Tutto da dimostrare !!

Ma tutte questo cose le rimugino da tempo.

Trovo più che sensato il discorso di "innamorarsi delle persone".
Perchè qui si parla di passioni, di sentimenti, di poesia.
Di quanto ti diverti a parlare per ore di certe cose.
Di quanto ti diverti ad andare alla scoperta di qualcosa di nuovo !
Di quanto ti emozioni quando assaggi un prodotto straordinario o ti ritrovi per le mani quella bottiglia tanto agognata.

Tutto il resto, maleducazione ed arroganza compresa cari amici di Ardbeg Italia, è solo Businnes !!

Ed ora che il "Giocattolino" vi si sgonfiarà tra le mani, vedrete come cambierete atteggiamento !

da filosofoxno gio ott 13, 2011 7:52 pm
Son un assoluto neofita nel campo del whisky e non ho grande esperienza al rigurdo ma denoto che anche in un settore dove sono più perito il campo della musica, gestisco infatti il fan club italiano di Slash ex chitarrista dei Gnr, la situazione non è molto diversa da quella di cui si è parlato sopra.
Se un mercato non è interessante non c'è modo alcuno di entrare in contatto con persone vicine alla "fonte" con le quali organizzare attività di promozioni gratuite in favore degi appassionati. Se non fai parte di un determinato circuito non hai la facoltà di parola anche se il tuo lavoro porta loro pubblicità e sopratutto clienti.
Detto questo sono spaventato dell'idea che non ci possa essere più passione in un prodotto che impiega anni per arrivare a maturazione e dove gran parte del fascino e della bontà deriva appunto da quest'aura di magia che c'è dietro la produzione. Sarà la clientela a decretare il successo o meno delle strategie di mercato ma l'idea di produrre whisky senza passione e con una attenzione rivolta a prodotti giovani e privi di carattere penso sia in antitesi con la filosofica che è insita nel prodotto.
Conosco solo l'Ardbeg ten del quale ho una bottiglia ed ho assaggiato al MWF dell'anno scorso l'impronuciabile Uigadil o qualcosa del genere e mi sono piaciuti. Ho letto molto del mito di Ardbeg ed rilevo con rammarico che le politiche che vi sono deitro remino contro il successo del prodotto.
Spero che siano valutaizioni sbagliate quelle di questo post e non sia la realtà dei fatti.
Ad ogni modo mi compllimento per la schiettezza dell'articolo del blog e per la passione che emerge nel leggere quelle parole di delusione.
da marco77 gio ott 13, 2011 8:46 pm
LeCarovaniere ha scritto:A parte il fatto che Educazione e Cordialità non dovrebbero rientrare nel grafico dei costi da sostenere per qualunque azienda.
Se ti chiama al telefono un "cliente" per avere delle informazioni e/o per fare delle proposte e tu gli rispondi : Abbiamo un protocollo e lei non è acreditato per parlare con la persona desiderata" forse pensi di aver sbagliato numero e di aver chiamato la CIA.


Educazione e Cordialità costano 0 e rendono 10, quindi qui c'è poco da discutere ;)

X tutto il resto...sono d'accordo solo in parte.
Dici/dicono che la qualità è calata? Può darsi, io non ho gli strumenti per giudicare.
Però rifletti su una cosa: i tempi cambiano, le persone cambiano, i gusti cambiano. E se quello che ora sembra un declino, in realtà fosse una nuova fase? :?:
Ad es. il tanto discusso Alligator: ho già detto più volte cosa ne penso, ma se dovesse essere un prodotto di successo? Se l'Asia se ne innamorasse (ok, è solo un'ipotesi, non vi agitate...) e diventasse l'imbottigliamento Ardbeg più venduto del pianeta? Certo, noi potremmo dire che il finale è inesistente, che come gli ultimi imbottigliamenti non regge il confronto con quelli degli anni '70 e bla bla bla.... ma da un punto di vista commerciale chi avrebbe ragione?
Io non ho una distilleria (purtroppo) e come te spero sempre di poter bere qualcosa che mi piaccia davvero, ma la nostra è solo una visione del problema e (sempre purtroppo) siamo la parte meno forte in queste vicende... :(

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da angelshare gio ott 13, 2011 9:01 pm
Io terrei nettamente distinti i due piani.

Livello locale/italia
È quasi tutto in mano ai distributori che non hanno competenza. Anche dove è gestito direttamente il tutto è carente. Una delle poche eccezioni Diageo, su cui torno dopo. Però cordialità e servizio al cliende dovrebbe essere il loro pane...
Il whisky è un prodotto complesso da vendere, servono competenze, ma alla fine anche per i vini..e li ci sono. Il mercato c è stato on italia, ovvio che bisogna investire. Quindi rassegnamoci, è bello anche essere una riserva indiana...

Livello globale
Su questo ho scritto tanto, almeno 15 post. C è tanta richiesta, le distillerie sono quelle, per forza si intaccano gli stock. Ardvwg giá aveva problemi essendo staya chiusa ed è pure piccola. I finishing permetono di buttare prima sul mercato e fare cash flow. La qualità si è abbassata anche perchè le botti sono meno buone. Gli unici che possono differenziare sono quellu con tante distillerie. E l'impero del male Diagek alla fine non sta mica lavorando male. Certo le cose buone le paghi salatw. Però megadistilleria di Roseile e ancora piccole produzioni. Ardbeg spero sia in transizione, fare cash rimpinguando pian piano gli stock.
Si potrebbe dire, è il mercato bellezza. Forse anche il vento cambierà, il tutto è ciclico, ma non sono totalmente negativo o catastrofico.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da marco77 gio ott 13, 2011 9:08 pm
angelshare ha scritto: E l'impero del male Diagek alla fine non sta mica lavorando male.

:clap: :clap:
E aggiungo: vista la situazione, meno male che c'è DIAGEO!

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da marco77 ven ott 14, 2011 7:55 am
I love Laphroaig ha scritto:
marco77 ha scritto: E aggiungo: vista la situazione, meno male che c'è DIAGEO!

Quindi, visto il titolo di questa discussione, che Diageo acquisti Ardbeg!!! Forza.

O Diageo o GP!!! ;)

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